Ogni Creatura ha diritto alla Serenità, senza che NESSUNO la privi di Libertà, Dignità o Vita: né per ragioni di Stato, né per religioni, né per altro motivo. Il Sistema, anche il più potente e intoccabile, è fatto di Persone. Dunque se le Persone migliorano nel Bene e nella Pace, anche il Sistema migliora. Ed il primo vero miglioramento parte da noi stessi. (Adam Kadmon ®, scrittore)
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mercoledì 19 agosto 2009
Futuro, 11 Maggio 2011 quale è la Verità.
Futuro,
11 Maggio 2011: potrebbe sembrare una data qualsiasi di un soleggiato giorno primaverile... ma per alcuni siti web e alcuni bloggers si tratta invece del giorno in cui la città di Roma sarà completamente distrutta da un violentissimo terremoto.
A loro dire questo catastrofico annuncio si baserebbe sui calcoli esatti effettuati dal ricercatore italiano Raffaele Bendandi, venuto a mancare nel 1979.
Sempre secondo questi internauti, lo scienziato avrebbe previsto con estrema esattezza, anche il verificarsi dei più distruttivi terremoti italiani, al punto da acquisire una fama internazionale.
Inutile dire che questa notizia si è diffusa al pari di un tam tam mediatico nella giungla del web, inducendo moltissime persone, ad organizzarsi per abbandonare la città prima del giorno fatale.
L'osservatorio Bendandi, nega che ci siano mai state previsioni da parte del loro scienziato, inerenti un evento sismico che possa colpire e distruggere Roma, in data 11 maggio 2011.
L'unico terremoto, effettivamente previsto senza eccessivo margine d'errore, si verificò il 2 gennaio 1924, colpendo, oltretutto con due giorni di ritardo (rispetto alla data dichiarata), la regione italiana delle Marche. Sembrerebbe che le stesse capacità predittive di Bendandi, siano più il frutto di titoli sensazionalistici, da parte di una certa stampa italiana e straniera, che di riscontri oggettivi. Il ricercatore parte dall'assunto che così come la luna eserciti attrazione sulle masse oceaniche, parimenti, se congiunta a particolari aspetti planetari, eserciterebbe attrazione gravitazionale anche sul magma delle profondità terrestri su cui, secondo la teoria della tettonica delle placche, navigherebbero i continenti, i fondali oceanici e le forme di vita che li abitano.
Ma allora, se non da Bendandi, da dove può essere nata questa leggenda metropolitana?
Osservando la volta celeste inerente il periodo Aprile-Maggio 2011, pianeti appunto quali Marte, Mercurio, Venere, Urano Giove (e l'allineamento e opposizione con Saturno, pianeta che al pari di Giove è molto voluminoso) avrebbero potuto influenzare qualche appassionato di Bendandi, a creare una teoria, secondo cui questa sommatoria di attrazioni gravitazionali, scatenerebbe violenti terremoti.
Ma avere indicato la città di Roma, è stato da parte dell'autore, del tutto arbitrario.
Grave è il comportameno di numerosi siti e blog, che copiandosi l'uno dall'altro, hanno divulgato la notizia come fosse vera, senza neppure lontanamente specificare, che si trattava invece di teorie, e ancor più grave, senza verificare se si trattasse di una reale previsione effettuata da Bendandi...
Non lo è.
Dunque cari amici bloggers e webmaster, ora che avete la conferma che il terremoto dell'11 maggio 2011 a Roma, trattasi di notizia palesemente infondata, vi prego di rimuoverla il prima possibile dai vostri spazi web perchè rischia realmente di creare inutili preoccupazioni: e non solo alle persone e alle famiglie che vivono nella capitale ma anche in tutto il Lazio e nelle regioni confinanti. Un esodo di massa comporterebbe pericolosi ingorghi di traffico con rischio di incidenti. Datemi retta. Credo che in Italia ci siano già abbastanza problemi. E purtroppo questa non è una teoria, ma un'amara realtà.
Confido nel vostro buon senso.
Un abbraccio.
Adam.
martedì 18 agosto 2009
Come in una Danza.
Penso a una mia semplice azione.
Considero due possibilità:
1) quella di una azione fatta con paura, sospetto, insicurezza, doppio fine (e tutto quello che volete)
2) quella di un'azione pura, fatta con serenità.
Quello che spesso accade alla azione del primo tipo è di non "cogliere nel segno" e di generare un insuccesso o un incidente; all'azione del secondo tipo invece è spesso riservata una sorte più fortunata e diretta.
Ma si tratta davvero di semplice fortuna o sfortuna? Rifletto.
Quanto tempo perdo a titubare, a indugiare, a rimuginare?
Mesi, giorni, ore, secondi, frazioni di secondo?
In un incidente una frazione di secondo nella mia attenzione determina la vita o la morte, mia o di chi mi sta accanto.
In un amplesso, un secondo, fa la differenza tra la procreazione della vita e il nulla.
In una operazione chirurgica qualche minuto di durata in meno scongiura l'esigenza di una nuova iniezione di anestetico.
In un esame mezzo minuto per riflettere può determinare la bocciatura e 5 secondi in più prima di una risposta avventata possono determinare la promozione.
Sono solo esempi approssimativi, ma quanta della mia vita dipende strettamente, innegabilmente, indiscutibilmente dalla precisione delle mie azioni, delle nostre-Vostre azioni?
Penso a milioni di individui che si muovono sulla base di azioni del primo tipo, azioni rallentate dalla paura o da altri inquinamenti di tal fatta.
Penso alle interazioni di tutti questi individui tra loro, e alla confusione generata da tutte le loro azioni deformate da un Sistema che usa proprio quelle paure per stordire, intorpidire, bloccare.
Pensate a quanti incidenti, quanto dolore, quanto fallimento, quanto odio, quanta morte possono dipendere dal nostro "non essere presenti" a noi stessi, in quel preciso momento.
E allora penso alla Vita, come a una danza.
Difficile danzarla senza sbavature, ma non impossibile.
Ci si arriva, con il tempo, volontà e pensiero positivo.
So che non è facile.
Soprattutto sotto la pioggia.
Ma ci provo.
E se scivolo o mi spingono, e cado, resto a terra quel tanto che basta alle ferite per guarire.
E poi mi rialzo, e riprendo la danza.
E nel Cuore la paura fa sempre più spazio alla consapevolezza che non è finita neanche quando è finita.
Ma questa è un'altra storia... e un giorno, te ne parlerò.
Considero due possibilità:
1) quella di una azione fatta con paura, sospetto, insicurezza, doppio fine (e tutto quello che volete)
2) quella di un'azione pura, fatta con serenità.
Quello che spesso accade alla azione del primo tipo è di non "cogliere nel segno" e di generare un insuccesso o un incidente; all'azione del secondo tipo invece è spesso riservata una sorte più fortunata e diretta.
Ma si tratta davvero di semplice fortuna o sfortuna? Rifletto.
Quanto tempo perdo a titubare, a indugiare, a rimuginare?
Mesi, giorni, ore, secondi, frazioni di secondo?
In un incidente una frazione di secondo nella mia attenzione determina la vita o la morte, mia o di chi mi sta accanto.
In un amplesso, un secondo, fa la differenza tra la procreazione della vita e il nulla.
In una operazione chirurgica qualche minuto di durata in meno scongiura l'esigenza di una nuova iniezione di anestetico.
In un esame mezzo minuto per riflettere può determinare la bocciatura e 5 secondi in più prima di una risposta avventata possono determinare la promozione.
Sono solo esempi approssimativi, ma quanta della mia vita dipende strettamente, innegabilmente, indiscutibilmente dalla precisione delle mie azioni, delle nostre-Vostre azioni?
Penso a milioni di individui che si muovono sulla base di azioni del primo tipo, azioni rallentate dalla paura o da altri inquinamenti di tal fatta.
Penso alle interazioni di tutti questi individui tra loro, e alla confusione generata da tutte le loro azioni deformate da un Sistema che usa proprio quelle paure per stordire, intorpidire, bloccare.
Pensate a quanti incidenti, quanto dolore, quanto fallimento, quanto odio, quanta morte possono dipendere dal nostro "non essere presenti" a noi stessi, in quel preciso momento.
E allora penso alla Vita, come a una danza.
Difficile danzarla senza sbavature, ma non impossibile.
Ci si arriva, con il tempo, volontà e pensiero positivo.
So che non è facile.
Soprattutto sotto la pioggia.
Ma ci provo.
E se scivolo o mi spingono, e cado, resto a terra quel tanto che basta alle ferite per guarire.
E poi mi rialzo, e riprendo la danza.
E nel Cuore la paura fa sempre più spazio alla consapevolezza che non è finita neanche quando è finita.
Ma questa è un'altra storia... e un giorno, te ne parlerò.
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